Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
Ho una figlia, Margherita, e una grande passione: la politica, che per me significa lavorare per costruire il futuro della nostra comunità.
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lunedì 28 dicembre 2009

AUGURI DI UN SERENO NATALE E FELICE ANNO NUOVO

Ripensare ai momenti difficili del nostro Paese ed alla statura degli uomini che hanno permesso prima la Resistenza e poi la ricostruzione, penso sia il modo migliore per affrontare il Nuovo anno, al proposito allego il biglietto di auguri che come Associazione Partigiani Cristiani di Piacenza abbiamo voluto inviare agli amici.

Biglietto Auguri APC

Note sulla Enciclica "CARITAS IN VERITATE"

La lettura della Lettera Enciclica “Caritas in Veritate” di Papa Benedetto XVI ed i successivi approfondimenti, mi hanno portato ad esprimere alcune riflessioni che, unitamente all’intervista di Gabriella Mecucci al prof. Giacomo Vaciago per "Liberal"del 16 luglio 2009 e ad alcune interviste al prof. Ettore Gotti Tedeschi, allego a seguire.
Alle mie considerazioni ho aggiunto alcuni appunti della lezione tenuta dal prof. Stefano Zamagni all’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza il 1° dicembre 2009 nonché tre riassunti dei commenti all’Enciclica apparsi su:
1) Civiltà Cattolica (n. 3822 del 19 sett. 2009) di Gianpaolo Salvini
2) Il Regno n. 1061 del 15 luglio 2009
3) Aggiornamenti Sociali di sett.-ott. 2009 di padre Bartolomeo Sorge.

NdR: il prof. Stefano Zamagni è uno dei “padri” della cooperazione sociale e del no-profit
del nostro Paese nonché unico membro laico del comitato di undici esperti ai
quali il Papa ha affidato la predisposizione delle “bozze” dell’Enciclica.

Allegati

giovedì 19 novembre 2009

Ziliani - uomo politico

di Mario Spezia

Presidente prov.le APC Piacenza


Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

14 novembre 2009


mercoledì 4 novembre 2009

Un convegno a ricordo di un Patriota: Felice Ziliani

In allegato il programma del convegno su Felice Ziliani ad un anno dalla scomparsa che si terrà sabato 14 novembre a Piacenza presso l'Università Cattolica.
E' questa un'occasione per ricordare, assieme a lui, tutte quelle figure di uomini e donne illuminati che, a costo di immani sacrifici personali, hanno reso possibile la costruzione civile e democratica del nostro Paese.

Scarica il programma del convegno

venerdì 16 ottobre 2009

Grazie onorevole Foti

Il deputato piacentino del PdL, on. Tommaso Foti, interviene oggi in prima pagina del quotidiano “La Cronaca” con una nota dal titolo “ Come far fallire l’attacco a Berlusconi “ e tra i concetti espressi, rivolgendosi alle proprie file e richiamando gli attacchi rivolti a Berlusconi da più parti sottolinea:”….. l’intero Popolo della Libertà………deve mostrare compattezza, stringersi attorno al suo leader, difenderlo……dibattiti sulla democrazia interna, sui luoghi di discussione, richieste di chiarimento e divaricazioni(!) (forse voleva dire: divagazioni) di altro tipo…..rischiano di indebolire Berlusconi……..”

Come dire: Camerati non è il momento della democrazia! Lunga vita al capo, viva il capo.

Punto e basta.

Il massimo dei concetti politici espressi dal nostro parlamentare sono questi; il massimo del dibattito politico all’interno del Popolo della Libertà (quale libertà?) è questo; obbedienza cieca e servilismo assoluto.

Cari amici non dobbiamo avere paura di denunciare tutto questo; non si tratta di anti berlusconismo o altro, qui c’è in gioco, veramente, il futuro democratico del nostro paese; su questi concetti e su questi valori non si può trattare ne tacere.

Senza democrazia non ci può essere libertà e solo la verità ci può far sentire liberi.

Sono i concetti sui quali si basa la nostra Carta Costituzionale scritta con il sangue degli eroi della Resistenza e strappata, con immani sforzi e sacrifici, proprio dalle mani di politici senza scrupoli che, con il consenso popolare ottenuto mediante una propaganda basata su pochi slogan, in cui il populismo e la paura del diverso la facevano da padroni, avevano portato il nostro paese nel più profondo dei baratri.

Ben venga quindi un congresso, come quello che sta affrontando il PD, dibattuto e combattuto, ma vero, che sappia riportare la democrazia al centro del dibattito politico; ben venga una chiara contrapposizione sul ruolo del partito e sulla prospettiva politica; ben venga il voto delle primarie aperte agli elettori del nostro campo per ridare dignità alla partecipazione popolare e nuova linfa alla cultura dell’impegno e dello sforzo rivolto al bene comune.

Non dobbiamo temere la contrapposizione, franca e aperta, sulle idee e sui programmi; dobbiamo solo avere paura del qualunquismo, dell’indifferenza, della chiusura individuale e privatistica verso i nostri, pur legittimi, interessi personali.

Questo è il modo in cui il Partito Democratico ha scelto di nascere e di consolidarsi: ed è il modo giusto.

Ed ancora una volta dobbiamo ringraziare l’onorevole Tommaso Foti che ci ha aiutato a capire che stiamo dalla parte giusta.

Piacenza 14 ottobre 2009

giovedì 8 ottobre 2009

Il disastro di Messina e la “Cattiva Amministrazione”

Quello che è successo in questi ultimi giorni a Messina è l’ennesimo esempio della differenza che passa dalla Buona alla Cattiva amministrazione pubblica e della necessità di una politica che sappia riappropriarsi del proprio ruolo.

E questo appare chiaro e ovvio a tutti.

Quello che è molto meno ovvio (e che a partire da questo disastro dobbiamo allargare ad una riflessione più generale), è che l’esempio che ci viene dai nuovi detentori del consenso popolare, Lega in primis (o se volete MPA di Lombardo in meridione), è il richiamo non solo ad ascoltare la gente (il che mi pare necessario) ma proprio a realizzare ciò che la gente vuole (il lasciar fare, in definitiva, a chi vota per te, ciò che vuole).

E quindi assistiamo al ritorno del più becero clientelismo (che tanti disastri, anche in passato, ha portato ma che anche tanti consensi ha regalato e regala a chi lo esercita) a danno di un oculato esercizio della politica che deve si essere in grado di dare risposte alle necessità ed ai bisogni immediati ma, soprattutto, deve programmare ed indirizzare la crescita della società di domani .

Come tutto ciò si possa conciliare con la necessità di ricevere consensi, anche nell’immediato, è un bel problema; credo che la risposta stia nella indispensabile crescita culturale delle persone e dei cittadini e nella capacità di comunicare con la dovuta cura ed attenzione tutto ciò; qui sta la politica e la statura e la responsabilità di chi la vuole esercitare.

Al proposito mi sembra azzeccato il tema generale su cui Dario Franceschini sta incentrando la sua campagna elettorale; una nuova (ma anche antica, perché è sempre stato così) dimensione della politica quale traino della società (e non ruota di scorta); è questa la vera scommessa del Partito Democratico e del nostro Paese.


Piacenza 5 ottobre 2009


La classe di ferro

(pubblicato su www.margherita-pc.it)

mercoledì 23 settembre 2009

APPUNTI PER Il DIBATTITO POLITICO

Credo che la domanda iniziale che si deve porre chi ha intenzione di partecipare all’attività politica sia: il perché facciamo politica e cosa ci aspettiamo dalla politica.

Testo completo dell'intervento

Mario Spezia

mercoledì 16 settembre 2009

OPPORTUNITA’ ED OPPORTUNISMO

Mariangela Bastico, Senatrice della Repubblica e candidata per la mozione Franceschini alla segreteria regionale Emilia Romagna del Partito Democratico, nell’affrontare, nel corso dell’intervento alla Festa cittadina del PD piacentino, il tema della scuola ha fatto presente come una dirigente scolastica, consigliera comunale di Bologna del PD, avendo criticato l’operato del Ministero sui tagli apportati al personale per questo anno scolastico, sia stata ripresa dal direttore del Servizio scolastico regionale il quale, per questo atteggiamento, è stato elogiato dalla ministra Gelmini.

L’episodio mi ha riportato alla mente una nota che un mio zelante amico mi ha recentemente inviato e che si riferiva ad un regio decreto emanato il 28 agosto 1931 in base al quale i docenti delle università italiane avrebbero dovuto giurare di essere fedeli non solo alla monarchia, ma anche al regime fascista. In tutta Italia solo 14 docenti su oltre milleduecento rifiutarono di prestare il giuramento di fedeltà al fascismo perdendo così la cattedra. Essi furono:

* Ernesto Buonaiuti (storia del cristianesimo),
* Giuseppe Antonio Borgese (estetica)
* Aldo Capitini (filosofia)
* Mario Carrara (antropologia criminale)
* Antonio De Viti De Marco (scienza delle finanze)
* Gaetano De Sanctis (storia antica)
* Giorgio Errera (chimica)
* Giorgio Levi Della Vida (lingue semitiche)
* Piero Martinetti (filosofia)
* Fabio Luzzatto (diritto civile)
* Bartolo Nigrisoli (chirurgia)
* Errico Presutti (diritto amministrativo)
* Francesco Ruffini (diritto ecclesiastico)
* Edoardo Ruffini Avondo (storia del diritto)
* Lionello Venturi (storia dell'arte)
* Vito Volterra (fisica matematica)

Molti degli accademici vicini al comunismo aderirono invece al giuramento seguendo il consiglio di Togliatti, con la giustificazione che prestare giuramento servisse a svolgere, come dichiarò Concetto Marchesi "un'opera estremamente utile per il partito e per la causa dell'antifascismo". Analogamente la maggior parte dei cattolici, su suggerimento del Papa Pio XI prestò giuramento con riserva interiore. Invece Benedetto Croce incoraggiò professori come Guido Calogero e Luigi Einaudi a rimanere all'università, "per continuare il filo dell'insegnamento secondo l'idea di libertà". Nel 1938, con la promulgazione delle Leggi razziali, perdettero il posto i professori di origine ebraica.

Non viviamo più quei tempi, la società di oggi si è di molto evoluta, la democrazia è un fatto assodato ed acquisito: si dice!

Sarà anche così (qualche riserva su quanto sta avvenendo nel nostro paese è legittima) ma l’attenzione ai principi della democrazia e della libertà non è mai troppa; come non è mai troppo né fuori luogo il richiamo, in politica come nella vita quotidiana, alle scelte giuste anche se coraggiose e difficili, indipendentemente da quello che, in quel momento, si ritiene la scelta necessaria ma che, molte volte, oltre a rappresentare esclusivamente una scelta opportunistica si può anche rilevare, a medio periodo, perdente e dolorosa.

Piacenza 2 settembre 2009

La classe di ferro

lunedì 14 settembre 2009

La Classe di Ferro

Agli inizi degli anni settanta un gruppo di amici che condividevano una comune visione della società e della politica, avendo maturato la necessità di meglio approfondire alcuni argomenti che ritenevano poco sviluppati dagli organi di informazione, diedero vita ad un mensile che chiamarono, proprio per evidenziarne la portata territoriale, “Piacenza e le sue valli”.

Di quel periodico, che uscì regolarmente per tre anni sotto la capace organizzazione di Giorgio De Petro, mio padre Giovanni, allora Consigliere Regionale nelle file della Democrazia Cristiana e successivamente Senatore della Repubblica, curava, tra l’altro, la regolare stesura di una breve e sempre pungente rubrica che poneva l’accento su fatti e comportamenti di particolare interesse (soprattutto politico) firmandosi “La classe di ferro” per rimarcare con orgoglio l’appartenenza ad una generazione che, nata e cresciuta sotto il fascismo, aveva dovuto sopportare e vivere situazioni drammatiche ed era riuscita non solo a sopravvivere ma, ben di più, a cambiare il proprio destino e quello del proprio Paese.

In ricordo di quella generazione di grandi uomini e per fare il paio con una situazione politica ed economica che il nostro Paese sta attraversando in questo periodo, mi permetto di prendere “a prestito” lo stesso pseudonimo per firmare interventi legati al dibattito politico, consapevole della impossibilità di un paragone impari ma solo per rimarcare l’odierna necessità del recupero di quei valori morali ed etici che diedero la forza ai nostri padri di lottare e crescere come uomini e come comunità.

Mario Spezia

giovedì 6 agosto 2009

Esame dialetto per gli insegnanti

Su Libertà di Lunedi 3 agosto appare, in prima pagina, un articolo di fondo di Pierluigi Magnaschi che, come sempre, fornendo notizie volutamente parziali tende a gettare acqua sul fuoco sulla vicenda relativa alla richiesta dell'esame regionale per gli insegnanti proposto dalla Lega nord.
Il Magnaschi, infatti, tende a fa passare tutto questo non come un atto ufficiala della Lega, ed un chiaro motivo di contrasto all'interno della maggioranza di governo, quanto come una proposta avanzata nel Consiglio Provinciale di Vicenza; invece, come si può ben verificare nell'allegato articolo del Corriere della Sera dello scorso 29 luglio, appare ben chiaro come la richiesta sia stata ufficialmente formulata in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati e ben poco importa che non si parli di "test sul dialetto" così come giornalisticamente etichettata la reale proposta avanzata per l'introduzione di appositi "albi regionali degli insegnanti creati sulla base di specifici test attitudinali sulla storia e sugli usi e costumi locali". Al punto che, oltre alla Presidente Valentina Aprea anche un'altra componente di commissione, la direttrice del Secolo Flavia Perina (di chiara appartenenza politica) afferma: «...Nel Pdl c' è profonda ostilità verso questa proposta della Lega. In Commissione c' è stato un dibattito furioso e la Aprea ha scelto, per correttezza, di rinviare il tema al Governo. Per quanto mi riguarda, trovo assurdo pensare di introdurre un meccanismo del genere, che di fatto istituzionalizza una forma di apartheid scolastico».

Quello che appare singolare, comunque, non è tanto il metodo giornalistico del Magnaschi emulo Emilio Fede, ma l'atteggiamento del nostro quotidiano che continua a riservargli la prima pagina !

Mario Speziawww.mariospezia.org

La maggioranza Il duello
La Lega: test di dialetto ai prof Fini avverte: rispettare la Carta
Interviene il presidente della Camera. Ma Cota: no, l' accordo c' è Proposta congelata La presidente di commissione ha congelato la proposta leghista
MILANO - Il Sud continua a dividere il Popolo della libertà. Dopo il no ai presidi del Mezzogiorno, espresso pochi giorni fa dal consiglio provinciale di Vicenza, ieri a suscitare polemiche è stata la proposta della Lega di introdurre un test per gli insegnanti «dal quale emerga la conoscenza della storia, delle tradizioni e del dialetto della regione in cui intendono lavorare». Una sorta di test dialettale, dunque, che farebbe passare i titoli di studio in secondo piano. L' idea ha aperto un confronto aspro nel centrodestra e suscitato anche dure critiche dell' opposizione. Al punto che in serata il presidente della Camera, Gianfranco Fini, rispondendo a un' interrogazione sul tema della deputata pd Emilia De Biasi, è stato costretto a ricordare: «Durante l' esame della riforma la prima commissione e l' Aula valutino il pieno e totale rispetto dei principi fondamentali della nostra carta costituzionale. Si tratta di una questione che non può essere opinabile ma che deve essere solo riferita a quel che c' è scritto nella Carta». L' emendamento della discordia è stato presentato dal Carroccio in commissione Cultura, dove è in discussione una proposta di riforma di cui è relatrice la presidente della Commissione, Valentina Aprea (Pdl), nella quale si propone l' istituzione di albi regionali per gli insegnanti. E proprio la Aprea, ieri, dopo una discussione molto accesa con la leghista Paola Goisis, presentatrice dell' emendamento, ha deciso di respingerlo sconvocando il comitato ristretto e investendo della questione la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Un modo, insomma, per «congelare» la proposta. Ma l' iniziativa della Aprea non è servita a congelare anche gli animi. E infatti la prima a infuriarsi è stata proprio la Goisis (già presentatrice tempo fa di una proposta di legge per rendere obbligatorio l' insegnamento del dialetto nelle scuole), che subito ha annunciato: «Per noi il testo non va discusso in Aula perché non si può scavalcare così il volere di un partito di maggioranza. I titoli? Non garantiscono un' omogeneità di fondo e spesso risultano comprati. Questa nostra richiesta punta a ottenere una sostanziale uguaglianza tra i professori del Nord e quelli del Sud. E la Lega, per difendere questo tema, è pronta anche a mettersi di traverso». Una linea confermata dal capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Cota, che però tende a smentire l' ipotesi di una spaccatura interna alla maggioranza: «Non c' è alcun contrasto tra noi. Diciamo che questo emendamento sul test regionale era assolutamente concordato. Il problema è che la Aprea non si è rapportata con i suoi commissari del Pdl. Fini? Ma è ovvio che si rispetterà la Carta. Il suo è un atto dovuto». Poco dopo, il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, prova a buttare acqua sul fuoco, osservando che in realtà «non esistono ragioni di divisione sui problemi della scuola tra Pdl e Lega perché prioritari per noi sono i progetti di riforma portati avanti dal ministro Gelmini sull' università e sui licei». La Aprea, dal canto suo, ieri ha ribadito invece la bontà - e l' unanimità - della sua scelta: «Non c' era alcun accordo nella maggioranza su questa storia dei test, ecco perché ho deciso di congelare la proposta. Nel mio testo, però, c' è pieno rispetto dei concetti di sussidiarietà e delle logiche federali. Io isolata? È vero il contrario. Basta vedere la frase pronunciata da Fini». Scenario confermato anche da un' altra componente di commissione, la direttrice del Secolo Flavia Perina: «Non è vero quel che dice Cota. Nel Pdl c' è profonda ostilità verso questa proposta della Lega. In commissione c' è stato un dibattito furioso e la Aprea ha scelto, per correttezza, di rinviare il tema al governo. Per quanto mi riguarda, trovo assurdo pensare di introdurre un meccanismo del genere, che di fatto istituzionalizza una forma di apartheid scolastico». Angela Frenda

lunedì 20 luglio 2009

COMUNICATO STAMPA

Con riferimento agli articoli di stampa che negli ultimi giorni hanno riguardato la mia persona ed alcune delle cooperative che presiedo, mi vedo costretto ad alcune precisazioni in quanto la irrituale publicizzazione e sovraesposizione della situazione unita alla sua approssimativa descrizione, così come fino ad oggi riportata dalla stampa, rischia seriamente di creare un’immagine distorta della vicenda arrecando danno sia dal punto di vista personale che aziendale.

Intanto vorrei inquadrare il contesto generale all’interno del quale si svolge questa vicenda.

Con.Cop.Ar. scrl è un consorzio, che presiedo dal 1981, ed è la “casa” dentro la quale trovano dimora una decina di cooperative alle quali con un gruppo di amici, in questi oramai trent’anni, abbiamo dato vita e le cui attività variano dall’edilizia abitativa ai servizi alle imprese al settore sociale.

Cooperative che, grazie a Dio, sono talmente cresciute in questi anni tanto da permettere a circa 1000(mille) famiglie di trovare un’abitazione (per molti insperata) ed a circa 800(ottocento) persone di trovare un lavoro sicuro e regolare (è questo oggi il numero degli occupati complessivi del “sistema” Con.Cop.Ar.).

Cooperative che hanno oggi un fatturato complessivo di circa 30 milioni di Euro e che svolgono una mole di lavoro e di attività molto articolato e complesso (comprese migliaia di fatture emesse e migliaia di fatture ricevute all’anno).

Di alcune di queste cooperative sono ancora oggi il Presidente ma non ho con nessuna di esse un rapporto di lavoro (la mia attività è quella di Insegnante) ma mi occupo, all’interno dei Consigli di Amministrazione, di aspetti generali e di strategie.

Un gruppo di cooperative così importanti è ovvio che abbia una struttura dirigente, un amministratore delegato, un direttore generale, servizi adeguati ed adeguate attività di supporto.

E’ quindi altrettanto ovvio che personalmente non mi occupi della gestione e quindi, neanche, delle fatture.

Come è anche importante precisare, non per retorica, che le cooperative sono società non lucrative che non fanno dividendi e che hanno altre finalità che non il puro e semplice business (anche se i conti in ordine sono anche qui fondamentali), finalità di cui personalmente vado fiero e che mi hanno portato, in tanti anni, a dedicarmi alla crescita di questo settore invece che preoccuparmi di arricchire il mio conto in banca; un sistema di vita che mi ha anche permesso di essere tranquillo di fronte ai tanti attacchi ed ai tanti problemi che in questi anni, come è facile immaginare, si sono succeduti.

Come quando alcuni anni orsono un nostro ex collaboratore ci ha fatto causa chiedendoci una consistente somma di danaro che, a suo dire, gli era dovuta e per rafforzare la sua richiesta insinuò, durante la vertenza di lavoro intentaci (fra l’altro poi da lui persa), l’utilizzo da parte nostra di due fatture, a suo dire, non del tutto regolari: emesse da due imprese artigiane e relative a due costruzioni abitative – una di importo IVA pari a 4.020,00 Euro (quattromilaventieuro) del 2003 l’altra di importo IVA pari a 2.500,00 (duemilacinquecentoeuro) del 2004.

Proprio il fatto di essere in regola nei nostri comportamenti ci ha però consentito di respingere la infondata richiesta del nostro ex collaboratore pur sapendo che tale suo dire sarebbe naturalmente sfociato in un’indagine giudiziaria.

Indagine della quale si stanno ora così diffusamente occupando i quotidiani; indagine che ha riguardato due nostre cooperative e, di conseguenza me stesso che ne sono il Presidente ed il Legale Rappresentante; indagine partita, per ciò che è di nostra conoscenza, con il sopralluogo della Guardia di Finanza presso i nostri uffici e la sede della società che gestisce le nostre contabilità con un primo prelievo di 24(ventiquattro) fatture (di un periodo che va dal 2001 al 2004) a cui ha fatto seguito, dopo diversi mesi in data 10 Luglio 2009, la richiesta di interrogatorio fissata per il 17 luglio scorso nella notifica del quale ci veniva chiesto di dare spiegazione relativamente a 9(nove) fatture (una del 2001, sei del 2002, una del 2003 e una del 2004) di cui ci veniva contestata la presunta indebita detrazione IVA, ridimensionando il contestato a poche migliaia di euro.

Ma proprio per massima trasparenza e massima serietà, diversamente da quanto pubblicato, a prescindere dal valore economico del contenzioso, durante l’interrogatorio della scorsa settimana non è affatto vero che mi sono rifiutato di rispondere ma ho invece confermato, che tutte le fatture contestate sono regolari ed, in piena collaborazione con la Guardia di Finanza, abbiamo concordato di presentare una memoria scritta correlata di tutta la documentazione necessaria nel più breve tempo possibile data l’impossibilità da parte mia, proprio per il ruolo che ricopro nelle cooperative, di essere a conoscenza, nel dettaglio, di ogni operazione ed a causa della concomitante assenza, per ferie, di alcuni collaboratori che seguono l’attività edilizia.

Questo è il reale quadro della vicenda della quale, sia per dimensione che per sostanza del problema, non sono ancora riuscito a cogliere quale possa essere l’interesse di alcuni media locali: lasciamo, in merito a questo, altre occasioni e sedi per esprimere compiutamente il nostro pensiero ed i nostri “sospetti”; per il momento, personalmente, continuerò a fare quello che in tutti questi anni ho sempre fatto: contribuire concretamente a costruire il futuro del nostro territorio.

Mario Spezia

Presidente Con.Cop.Ar. scrl

Piacenza 20 luglio 2009

giovedì 11 giugno 2009

Agli amici di Cadeo e Pontenure

Carissimi, purtroppo l'esito di queste Provinciali non è stato a noi favorevole.
Siamo stati anche noi colpiti dall'onda che, a livello nazionale, ed in particolare al Nord, ha premiato i temi populistici di Lega e PDL.
Tuttavia possiamo vedere come i risultati locali, pur negativi in termini assoluti, abbiano premiato la nostra campagna ed il nostro impegno.
Il confronto tra le liste (confronto Provinciali 2009 con 2004), mostra che la coalizione di centro-sinistra nel nostro collegioperde 1.5% rispetto media provinciale di -3.4%.
Il Pd perde 3.39% rispetto media provinciale -3.43%.
Pur vincendo, il centrodestra perde lo 0.32% rispetto guadagno medio provinciale di 2.30%.
Questo comporta che Dosi (Lega Nord) venga eletto ma solo come ultimo degli eletti della Lega.
Rispetto precedenti elezioni, quando ben 2 esponenti del centro-destra erano stati eletti nel collegio, stavolta Epifani (PDL) non ce la fa ad essere eletto.

Quindi il mio ringraziamento va a tutti voi che mi avete sostenuto in questa difficile campagna.
Siate certi che da questa sconfitta ci risolleveremo per portare le nostre idee nuovamente al governo della Provincia e del Paese.

Mario Spezia

giovedì 4 giugno 2009

In commemorazione del 2 Giugno

Discorso tenuto il 2 giugno 2009 in località Santa Franca di Morfasso dal vice-Presidente della Provincia di Piacenza

testo completo del discorso

domenica 31 maggio 2009

Lettera ai cacciatori piacentini

Una lettera dall'Assessore Mario Spezio ai cacciatori piacentini.
Notizie sul nuovo calendario venatorio e considerazioni di fine mandato.


Lettera ai cacciatori piacentini

giovedì 28 maggio 2009

Lettera di Mario Spezia agli Agricoltori Piacentini

A conclusione dei cinque anni di mandato amministrativo è doveroso da parte di chi è chiamato a ricoprire incarichi di evidenza pubblica presentare un bilancio di quanto fatto, non tanto per rivendicarne i meriti quanto per cercare di evidenziare i progressi che si sono conseguiti e farne tesoro per il futuro.

Leggi il testo completo della lettera

mercoledì 20 maggio 2009

I miei impegni verso i cittadini di Cadeo e Pontenure

Il futuro della nostra comunità deve essere nel segno dello sviluppo della persona che non può prescindere dal necessario sviluppo economico.
Sono quindi prioritari: lavoro, occupazione, servizi alla persona, servizi alla famiglia e servizi all’impresa, nella prospettiva di una forte coesione territoriale e sociale.
Bisogna quindi:
  • continuare a migliorare la vivibilità dei paesi, rendere più rapidi e agevoli gli spostamenti per raggiungere i luoghi di lavoro e di studio
  • favorire nuove opportunità di lavoro e di impresa e preservare la ruralità del territorio
  • proseguire nel migliorare i servizi alle famiglie e alle imprese
  • valorizzare il volontariato e l’impegno sociale
L’amministrazione Boiardi ha già avviato o in programma:
  1. Emilia-bis: completamento sistema tangenziali Pontenure con bretella collegamento San Giorgio, e realizzazione tangenziale Cadeo-Roveleto-Fontana Fredda (con approfondimento disegno collegamento tangenziale Pontenure)
  2. Pedemontana leggera: per collegamenti intervallivi, non a pagamento
  3. Barriere antirumore: su vecchio tracciato FS presso centri abitati dei comuni di Pontenure e Cadeo
  4. Corsi, Formazione professionale e Ammortizzatori sociali per chi è aggredito dalla crisi, per disoccupati, lavoratori dipendenti e autonomi, futuri imprenditori
  5. Programma di sviluppo Rurale, con l’obbiettivo di favorire uno sviluppo sostenibile, migliorare la competitività del settore agricolo attraverso associazioni di prodotto (pomodoro, asparago, aglio, cipolla, latte) certificati e garantiti in grado di dare valore aggiunto ai prezzi alla produzione e seri e concreti progetti di filiere agricole
  6. Sviluppo area logistica Pontenure (150 posti da solo centro UPIM) con corso di formazione dedicato e accesso prioritario a residenti e cassaintegrati Hermann
  7. Ambiente e vivibilità: Sviluppo del progetto del Parco del Riglio
  8. Sicurezza: disponibilità della Polizia Provinciale a convenzioni con Comuni per presidio territorio

lunedì 18 maggio 2009

EMILIA-BIS: una risposta ai problemi di vivibilità e mobilità dei cittadini di Cadeo e Pontenure


Il PTCP, adottato dalla Provincia di Piacenza ad inizio 2009, prevede la realizzazione di un sistema di tangenziali Cadeo-Pontenure per liberare aree urbane da traffico di attraversamento.
Con questo intervento la Provincia mira a migliorare la vivibilità dei centri urbani oggi attraversati da un imponente flusso di traffico.
Inoltre, con questo intervento, riteniamo di dare un forte contributo a migliorare la mobilità di tutti i piacentini dell'area est della provincia.
Come chiunque può prenderne atto vedendo la piantina allegata, al completamento dell'intervento il flusso veicolare di attraversamento sarà completamente esterno ai nuclei urbano di Cadeo e Pontenure.

Intervista a Mario Spezia: "Il nostro impegno per un’agricoltura imprenditoriale: azioni strutturali per incontrare il mercato"

Riportiamo una intervista di Mario Spezia al giornale "Mondo Rurale Piacentino" (maggio 2009)

D. Assessore, gli aiuti – a livello comunitario – riservati al settore agricolo stanno cambiando;
quali sono le strategie migliori per muoversi con successo in questo mutato quadro generale?
R. «Con la nuova PAC il prezzo dei prodotti agricoli non gode più di un sostegno diretto e la stessa protezione accordata dai sussidi all’esportazione e dai limiti all’accesso al mercato è destinata a ridursi drasticamente.
Il prezzo è sempre più portato pertanto a dipendere in misura determinante dal mercato; un mercato nel quale i nostri agricoltori operano troppo spesso in situazioni caratterizzate da una forte debolezza strutturale ed in assenza di servizi adeguati.
Per ovviare a questo stato di cose, non solo la teoria economica ma, fatto certamente più importante, la stessa esperienza di ogni agricoltura sviluppata – da quella nord americana a quella centro e nord europea – insegnano che per i produttori agricoli vi sono due strategie, per altro non mutuamente esclusive, in grado di conferire un effettivo vantaggio: da un lato cessare di vendere individualmente i propri prodotti per concentrare, all’opposto, la loro offerta e, dall’altro, puntare sulla differenziazione o la focalizzazione di nicchia».

D. Alla luce di queste considerazioni qual è la risposta dell’Assessorato?
R. «Qualunque sia la strategia competitiva, è necessario avviare reali e concreti progetti di filiera oramai indispensabili, alla luce del fatto che la creazione di valore tende ad essere progressivamente più alta negli stadi della catena dell’offerta (più vicini al consumatore) e che nella commercializzazione dei prodotti agro-alimentari i servizi post-vendita prestati al cliente divengono fattore di vantaggio competitivo; inoltre, si permetterebbe contestualmente al consumatore di acquistare prodotti a prezzi favorevoli.
In pratica il progetto di filiera (“corto” o “lungo”) è oggi lo strumento più efficace ed efficiente per realizzare un più diretto rapporto tra i produttori agricoli ed i consumatori finali raggiungendo così un vero e proprio “patto” con i consumatori stessi.

D. Quali i punti di forza e debolezza delle zone montane?
R. «In montagna la sopravvivenza dell’impresa agricola è il vero punto di ripartenza per un’azione territoriale che, prima di tutto, ha bisogno di presidio costante e quindi di residenzialità. Ma proprio in quelle zone abbiamo visto come le azioni di sostegno economico finalizzate alla pura sussistenza non siano più in grado di produrre effetti positivi.
È in montagna dove maggiormente si può riscontrare l’inefficacia delle misure e degli stanziamenti degli ultimi 20 anni rispetto ai risultati ottenuti.
Quindi non si pone solo un problema di finanziamenti ma risulta evidente la necessità di azioni strutturali mirate al sostegno di concreti e fattibili progetti di sviluppo che devono essere concertati alla luce dell’esperienza fino ad oggi maturata e non delle suggestioni o dei luoghi comuni».

D. Come possiamo definire la vostra filosofia, in poche parole?
R. «Desideriamo dare vita e forma ad un’agricoltura moderna, in grado di andare incontro alle tendenze del mercato, vero fattore di guadagno per le imprese. Il nostro obiettivo è quello di mettere sempre più a punto il sistema dei servizi; in questi anni abbiamo cercato di organizzare i produttorie a tal proposito sono nate numerose associazioni di prodotti.
Il futuro dell’agricoltura che stiamo creando promette di essere rigoglioso e ricco di prospettive interessanti. Sappiamo inoltre che in periodi di crisi economica, come quello attuale, il settore agricolo è quello che più resiste.
La nostra agricoltura in particolare ha subito il decremento minore rispetto al resto d’Italia: la nostra zona non a caso è, dal punto di vista agricolo, una delle più importanti del sud Europa; vantiamo parecchi punti di forza, quali diversificazione colturale e vicinanza a una grande metropoli come Milano; fattori che rendono unico e forte il nostro territorio anche dal punto di vista del turismo di prossimità».