Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
Ho una figlia, Margherita, e una grande passione: la politica, che per me significa lavorare per costruire il futuro della nostra comunità.
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mercoledì 23 settembre 2009

APPUNTI PER Il DIBATTITO POLITICO

Credo che la domanda iniziale che si deve porre chi ha intenzione di partecipare all’attività politica sia: il perché facciamo politica e cosa ci aspettiamo dalla politica.

Testo completo dell'intervento

Mario Spezia

mercoledì 16 settembre 2009

OPPORTUNITA’ ED OPPORTUNISMO

Mariangela Bastico, Senatrice della Repubblica e candidata per la mozione Franceschini alla segreteria regionale Emilia Romagna del Partito Democratico, nell’affrontare, nel corso dell’intervento alla Festa cittadina del PD piacentino, il tema della scuola ha fatto presente come una dirigente scolastica, consigliera comunale di Bologna del PD, avendo criticato l’operato del Ministero sui tagli apportati al personale per questo anno scolastico, sia stata ripresa dal direttore del Servizio scolastico regionale il quale, per questo atteggiamento, è stato elogiato dalla ministra Gelmini.

L’episodio mi ha riportato alla mente una nota che un mio zelante amico mi ha recentemente inviato e che si riferiva ad un regio decreto emanato il 28 agosto 1931 in base al quale i docenti delle università italiane avrebbero dovuto giurare di essere fedeli non solo alla monarchia, ma anche al regime fascista. In tutta Italia solo 14 docenti su oltre milleduecento rifiutarono di prestare il giuramento di fedeltà al fascismo perdendo così la cattedra. Essi furono:

* Ernesto Buonaiuti (storia del cristianesimo),
* Giuseppe Antonio Borgese (estetica)
* Aldo Capitini (filosofia)
* Mario Carrara (antropologia criminale)
* Antonio De Viti De Marco (scienza delle finanze)
* Gaetano De Sanctis (storia antica)
* Giorgio Errera (chimica)
* Giorgio Levi Della Vida (lingue semitiche)
* Piero Martinetti (filosofia)
* Fabio Luzzatto (diritto civile)
* Bartolo Nigrisoli (chirurgia)
* Errico Presutti (diritto amministrativo)
* Francesco Ruffini (diritto ecclesiastico)
* Edoardo Ruffini Avondo (storia del diritto)
* Lionello Venturi (storia dell'arte)
* Vito Volterra (fisica matematica)

Molti degli accademici vicini al comunismo aderirono invece al giuramento seguendo il consiglio di Togliatti, con la giustificazione che prestare giuramento servisse a svolgere, come dichiarò Concetto Marchesi "un'opera estremamente utile per il partito e per la causa dell'antifascismo". Analogamente la maggior parte dei cattolici, su suggerimento del Papa Pio XI prestò giuramento con riserva interiore. Invece Benedetto Croce incoraggiò professori come Guido Calogero e Luigi Einaudi a rimanere all'università, "per continuare il filo dell'insegnamento secondo l'idea di libertà". Nel 1938, con la promulgazione delle Leggi razziali, perdettero il posto i professori di origine ebraica.

Non viviamo più quei tempi, la società di oggi si è di molto evoluta, la democrazia è un fatto assodato ed acquisito: si dice!

Sarà anche così (qualche riserva su quanto sta avvenendo nel nostro paese è legittima) ma l’attenzione ai principi della democrazia e della libertà non è mai troppa; come non è mai troppo né fuori luogo il richiamo, in politica come nella vita quotidiana, alle scelte giuste anche se coraggiose e difficili, indipendentemente da quello che, in quel momento, si ritiene la scelta necessaria ma che, molte volte, oltre a rappresentare esclusivamente una scelta opportunistica si può anche rilevare, a medio periodo, perdente e dolorosa.

Piacenza 2 settembre 2009

La classe di ferro

lunedì 14 settembre 2009

La Classe di Ferro

Agli inizi degli anni settanta un gruppo di amici che condividevano una comune visione della società e della politica, avendo maturato la necessità di meglio approfondire alcuni argomenti che ritenevano poco sviluppati dagli organi di informazione, diedero vita ad un mensile che chiamarono, proprio per evidenziarne la portata territoriale, “Piacenza e le sue valli”.

Di quel periodico, che uscì regolarmente per tre anni sotto la capace organizzazione di Giorgio De Petro, mio padre Giovanni, allora Consigliere Regionale nelle file della Democrazia Cristiana e successivamente Senatore della Repubblica, curava, tra l’altro, la regolare stesura di una breve e sempre pungente rubrica che poneva l’accento su fatti e comportamenti di particolare interesse (soprattutto politico) firmandosi “La classe di ferro” per rimarcare con orgoglio l’appartenenza ad una generazione che, nata e cresciuta sotto il fascismo, aveva dovuto sopportare e vivere situazioni drammatiche ed era riuscita non solo a sopravvivere ma, ben di più, a cambiare il proprio destino e quello del proprio Paese.

In ricordo di quella generazione di grandi uomini e per fare il paio con una situazione politica ed economica che il nostro Paese sta attraversando in questo periodo, mi permetto di prendere “a prestito” lo stesso pseudonimo per firmare interventi legati al dibattito politico, consapevole della impossibilità di un paragone impari ma solo per rimarcare l’odierna necessità del recupero di quei valori morali ed etici che diedero la forza ai nostri padri di lottare e crescere come uomini e come comunità.

Mario Spezia