Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
Ho una figlia, Margherita, e una grande passione: la politica, che per me significa lavorare per costruire il futuro della nostra comunità.
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domenica 31 maggio 2009

Lettera ai cacciatori piacentini

Una lettera dall'Assessore Mario Spezio ai cacciatori piacentini.
Notizie sul nuovo calendario venatorio e considerazioni di fine mandato.


Lettera ai cacciatori piacentini

giovedì 28 maggio 2009

Lettera di Mario Spezia agli Agricoltori Piacentini

A conclusione dei cinque anni di mandato amministrativo è doveroso da parte di chi è chiamato a ricoprire incarichi di evidenza pubblica presentare un bilancio di quanto fatto, non tanto per rivendicarne i meriti quanto per cercare di evidenziare i progressi che si sono conseguiti e farne tesoro per il futuro.

Leggi il testo completo della lettera

mercoledì 20 maggio 2009

I miei impegni verso i cittadini di Cadeo e Pontenure

Il futuro della nostra comunità deve essere nel segno dello sviluppo della persona che non può prescindere dal necessario sviluppo economico.
Sono quindi prioritari: lavoro, occupazione, servizi alla persona, servizi alla famiglia e servizi all’impresa, nella prospettiva di una forte coesione territoriale e sociale.
Bisogna quindi:
  • continuare a migliorare la vivibilità dei paesi, rendere più rapidi e agevoli gli spostamenti per raggiungere i luoghi di lavoro e di studio
  • favorire nuove opportunità di lavoro e di impresa e preservare la ruralità del territorio
  • proseguire nel migliorare i servizi alle famiglie e alle imprese
  • valorizzare il volontariato e l’impegno sociale
L’amministrazione Boiardi ha già avviato o in programma:
  1. Emilia-bis: completamento sistema tangenziali Pontenure con bretella collegamento San Giorgio, e realizzazione tangenziale Cadeo-Roveleto-Fontana Fredda (con approfondimento disegno collegamento tangenziale Pontenure)
  2. Pedemontana leggera: per collegamenti intervallivi, non a pagamento
  3. Barriere antirumore: su vecchio tracciato FS presso centri abitati dei comuni di Pontenure e Cadeo
  4. Corsi, Formazione professionale e Ammortizzatori sociali per chi è aggredito dalla crisi, per disoccupati, lavoratori dipendenti e autonomi, futuri imprenditori
  5. Programma di sviluppo Rurale, con l’obbiettivo di favorire uno sviluppo sostenibile, migliorare la competitività del settore agricolo attraverso associazioni di prodotto (pomodoro, asparago, aglio, cipolla, latte) certificati e garantiti in grado di dare valore aggiunto ai prezzi alla produzione e seri e concreti progetti di filiere agricole
  6. Sviluppo area logistica Pontenure (150 posti da solo centro UPIM) con corso di formazione dedicato e accesso prioritario a residenti e cassaintegrati Hermann
  7. Ambiente e vivibilità: Sviluppo del progetto del Parco del Riglio
  8. Sicurezza: disponibilità della Polizia Provinciale a convenzioni con Comuni per presidio territorio

lunedì 18 maggio 2009

EMILIA-BIS: una risposta ai problemi di vivibilità e mobilità dei cittadini di Cadeo e Pontenure


Il PTCP, adottato dalla Provincia di Piacenza ad inizio 2009, prevede la realizzazione di un sistema di tangenziali Cadeo-Pontenure per liberare aree urbane da traffico di attraversamento.
Con questo intervento la Provincia mira a migliorare la vivibilità dei centri urbani oggi attraversati da un imponente flusso di traffico.
Inoltre, con questo intervento, riteniamo di dare un forte contributo a migliorare la mobilità di tutti i piacentini dell'area est della provincia.
Come chiunque può prenderne atto vedendo la piantina allegata, al completamento dell'intervento il flusso veicolare di attraversamento sarà completamente esterno ai nuclei urbano di Cadeo e Pontenure.

Intervista a Mario Spezia: "Il nostro impegno per un’agricoltura imprenditoriale: azioni strutturali per incontrare il mercato"

Riportiamo una intervista di Mario Spezia al giornale "Mondo Rurale Piacentino" (maggio 2009)

D. Assessore, gli aiuti – a livello comunitario – riservati al settore agricolo stanno cambiando;
quali sono le strategie migliori per muoversi con successo in questo mutato quadro generale?
R. «Con la nuova PAC il prezzo dei prodotti agricoli non gode più di un sostegno diretto e la stessa protezione accordata dai sussidi all’esportazione e dai limiti all’accesso al mercato è destinata a ridursi drasticamente.
Il prezzo è sempre più portato pertanto a dipendere in misura determinante dal mercato; un mercato nel quale i nostri agricoltori operano troppo spesso in situazioni caratterizzate da una forte debolezza strutturale ed in assenza di servizi adeguati.
Per ovviare a questo stato di cose, non solo la teoria economica ma, fatto certamente più importante, la stessa esperienza di ogni agricoltura sviluppata – da quella nord americana a quella centro e nord europea – insegnano che per i produttori agricoli vi sono due strategie, per altro non mutuamente esclusive, in grado di conferire un effettivo vantaggio: da un lato cessare di vendere individualmente i propri prodotti per concentrare, all’opposto, la loro offerta e, dall’altro, puntare sulla differenziazione o la focalizzazione di nicchia».

D. Alla luce di queste considerazioni qual è la risposta dell’Assessorato?
R. «Qualunque sia la strategia competitiva, è necessario avviare reali e concreti progetti di filiera oramai indispensabili, alla luce del fatto che la creazione di valore tende ad essere progressivamente più alta negli stadi della catena dell’offerta (più vicini al consumatore) e che nella commercializzazione dei prodotti agro-alimentari i servizi post-vendita prestati al cliente divengono fattore di vantaggio competitivo; inoltre, si permetterebbe contestualmente al consumatore di acquistare prodotti a prezzi favorevoli.
In pratica il progetto di filiera (“corto” o “lungo”) è oggi lo strumento più efficace ed efficiente per realizzare un più diretto rapporto tra i produttori agricoli ed i consumatori finali raggiungendo così un vero e proprio “patto” con i consumatori stessi.

D. Quali i punti di forza e debolezza delle zone montane?
R. «In montagna la sopravvivenza dell’impresa agricola è il vero punto di ripartenza per un’azione territoriale che, prima di tutto, ha bisogno di presidio costante e quindi di residenzialità. Ma proprio in quelle zone abbiamo visto come le azioni di sostegno economico finalizzate alla pura sussistenza non siano più in grado di produrre effetti positivi.
È in montagna dove maggiormente si può riscontrare l’inefficacia delle misure e degli stanziamenti degli ultimi 20 anni rispetto ai risultati ottenuti.
Quindi non si pone solo un problema di finanziamenti ma risulta evidente la necessità di azioni strutturali mirate al sostegno di concreti e fattibili progetti di sviluppo che devono essere concertati alla luce dell’esperienza fino ad oggi maturata e non delle suggestioni o dei luoghi comuni».

D. Come possiamo definire la vostra filosofia, in poche parole?
R. «Desideriamo dare vita e forma ad un’agricoltura moderna, in grado di andare incontro alle tendenze del mercato, vero fattore di guadagno per le imprese. Il nostro obiettivo è quello di mettere sempre più a punto il sistema dei servizi; in questi anni abbiamo cercato di organizzare i produttorie a tal proposito sono nate numerose associazioni di prodotti.
Il futuro dell’agricoltura che stiamo creando promette di essere rigoglioso e ricco di prospettive interessanti. Sappiamo inoltre che in periodi di crisi economica, come quello attuale, il settore agricolo è quello che più resiste.
La nostra agricoltura in particolare ha subito il decremento minore rispetto al resto d’Italia: la nostra zona non a caso è, dal punto di vista agricolo, una delle più importanti del sud Europa; vantiamo parecchi punti di forza, quali diversificazione colturale e vicinanza a una grande metropoli come Milano; fattori che rendono unico e forte il nostro territorio anche dal punto di vista del turismo di prossimità».