Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
Ho una figlia, Margherita, e una grande passione: la politica, che per me significa lavorare per costruire il futuro della nostra comunità.
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venerdì 30 aprile 2010

Patrizia Calza: “Il mio impegno ancor più determinato”

Testo completo del documento presentato da Patrizia Calza ed approvato il 29 aprile 2010 nel corso della assemblea di Area Democratica di Piacenza che la ha acclamata come Coordinatrice.

Testo integrale Documento

lunedì 12 aprile 2010

Considerazioni a commento elezioni regionali 2010

Le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale di quest’anno hanno rappresentato, per il Partito Democratico di Piacenza, diversamente da quanto accaduto nella restante gran parte del Paese, una occasione di crescita e di buoni risultati; l’aumento della percentuale 30,35% rispetto ai dati delle regionali 2005 (29,86%) delle europee 2009 (25,55%) delle provinciali 2009 (28,8 % se teniamo conto anche della lista Boiardi); il PD che ritorna ad essere il primo partito in città col 32,71% ed in provincia, come conseguenza di una bella campagna elettorale ricca di appuntamenti e di occasioni di confronto, vissuta e “combattuta” apertamente da tutti i nostri tre candidati e dai loro sostenitori.

E i risultati si sono visti: le preferenze espresse sui nostri tre candidati sono passati dalle 12.300 delle regionali 2005, agli attuali 16.300; un dato di assoluto rilievo se si tiene conto che alle ultime primarie per l’individuazione del segretario nazionale del PD a Piacenza avevano partecipato circa 14.000 persone (ancora più rilevante tenendo conto del fatto che in queste elezioni si è verificato un calo di votanti notevole rispetto al 2005, meno 21.393, ed anche i voti in valore assoluto del PD sono anch’essi calati, meno 2078).

Un buon risultato a Piacenza per il PD (a differenza di quello disastroso registrato nel resto del Paese) da ascriversi ad una serie di situazioni ad iniziare dalla completa partecipazione e coinvolgimento del partito, degli amministratori, degli iscritti; buon risultato che si è sostanziato a partire dalle “primariette” nei circoli per l’individuazione dei candidati (tre da scegliere dentro una rosa di sei indicata dalla direzione provinciale); della personale competitività dei tre candidati nonché del fatto che rappresentassero aree culturali e di opinione diverse (che ben configurano il Partito che stiamo cercando di costruire), il che ha consentito una competizione aperta e basata sulla ricerca di ogni voto disponibile – dentro e fuori il partito, dentro e fuori il nostro campo.

Questa campagna elettorale, attiva e vivace come non si vedeva in casa nostra da tempo, delinea con chiarezza, al di la delle tattiche e degli accordi di coalizione o di schieramento, quello che dobbiamo fare, quello che deve essere il nostro modo di comportarci ed agire, quello che deve essere il nostro partito.

Piacenza 2 aprile 2010

Mario Spezia

mercoledì 17 marzo 2010

Attualità di una proposta


In ricorrenza del rapimento dell'on. Aldo Moro (16 Marzo 1978) e dell'uccisione della scorta.

E' toccato sempre alla Democrazia Cristiana, tocca a noi necessariamente per la forza che rappresentiamo, di anticipare le soluzioni, di compiere gli atti più coraggiosi, di prendere il maggior peso delle situazioni difficili, di assumere tutta la nostra responsabilità…..” così si esprimeva l'on. Aldo Moro a Piacenza nel 1965 , e riferendosi allora alla nuova politica di centro-sinistra diceva: “E' stato un atto di coraggio sapersi distaccare in tempo da quello che in qualche modo sembrava ancora qualche cosa di sicuro e di stabile e non lo era più; non già in quel momento; non lo era più in una prospettiva che sarebbe maturata non a lontana scadenza”.
Un atto di coraggio che ha garantito per un lungo periodo (sono passati 45 anni da allora) lo sviluppo democratico e sociale del nostro paese; tempo durante il quale si sono potute superare prove decisive nei confronti anche del terrorismo armato e dei poteri occulti, volti alla distruzione del nostro sistema politico.
Aldo Moro, da statista vero, esprimeva la necessità più alta della politica, quella di “guardare avanti” e di non rinchiudersi in steccati che, se anche elettoralmente produttivi nel breve periodo, non avrebbero potuto portare, in futuro, risultati utili al nostro Paese ed alle nostre comunità.
Aldo Moro ha pagato con la vita questo coraggio e questa volontà di cambiamento.
Oggi fortunatamente alla classe politica non è richiesto un uguale sacrificio, ma almeno lo sforzo di “guardare avanti” nell'interesse del Paese, certamente  si. Da qui deve riprendere vigore soprattutto l'azione di chi, come noi del Partito Democratico, in quei valori , che affondano le radici nella Costituzione Repubblicana,  trae la propria linfa vitale.
Piacenza 16 marzo 2010  

Patrizia Calza

candidata per il Partito Democratico al Consiglio Regionale dell' Emilia-Romagna

venerdì 15 gennaio 2010

Cambio di intitolazione della piazza di Pecorara

La vicenda relativa al cambio di intitolazione della piazza (da 25 Aprile a Jacopo da Pecorara) di Pecorara da parte dell'amministrazione di centro-destra e del suo sindaco Albertini che a prima vista appare solo come una semplice mancanza di riconoscimento dei valori della Resistenza, in effetti ha un valore simbolico ed un significato ben più profondo. Per approfondirlo bisogna andare bene a veder chi è il cardinale Jacopo da Pecorara.
Dal libro ANNALI D'ITALIA - dal Principio dell'Era Volgare sino all'anno 1749 - (compilati da Ludovico Antonio Muratori - Bibliotecario del Serenissimo Duca di Modena) al tomo settimo dall'anno 1170 fino all'anno 1300 (da Google) alle pagine 193 e 194 possiamo leggere che durante gli anni 1236 e 1237 si stava esasperando il conflitto tra l'imperatore Federico II e alcune città, in particolari lombarde (Milano, Brescia, Mantova e Piacenza), che non volevano accettare il suo dominio. A difesa della posizione della Lega Lombarda si schierò il Papa che osteggiava lo strapotere dell'imperatore. Per rendere compatta la posizione dei piacentini, tra i quali figurava anche qualche nobile sostenitore dell'imperatore, a favore della Lega Lombarda il Papa diede l'incarico di mediatore al cardinale Jacopo da Pecorara che riuscì a mettere tutti i piacentini d’accordo contro l'imperatore (allego all'uopo un file con le relative pagine tratte dall'originale).
Quindi Jacopo da Pecorara è una figura eminente nella simbologia leghista (sempre alla ricerca disperata della "creazione" delle proprie radici) e non sarà parso vero a Bossi quando a settembre si è recato a Pecorara di pretendere l'intitolazione della piazza principale a questo personaggio simbolo dei "suoi avi".
Ecco il motivo dominante della cancellazione di piazza 25 Aprile a Pecorara.
Non un'azione fascista ma, peggio, una barbaria!
Mi viene tristemente da pensare quali potranno essere i pensieri di un povero, semplice prete come don Giovanni Bruschi (cappellano della forze partigiane piacentine, sepolto nel cimitero di Pecorara) a vedere i suoi sforzi immani di "sessanta" anni fa, che a tutti noi hanno fruttato oggi la libertà e la democrazia, cancellati dalla diplomatica opera di mediazione architettata dal cardinale Jacopo "ottocento" anni fa al servizio del Papa contro l'Imperatore!

Piacenza 15 gennaio 2010

Mario Spezia

Allegati
Le pagine citate dagli Annali del Muratori
Comunicato del A.P.C.