Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
Ho una figlia, Margherita, e una grande passione: la politica, che per me significa lavorare per costruire il futuro della nostra comunità.
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mercoledì 26 maggio 2010

A proposito della vicenda Berni - Comunicato

In merito all’aggravarsi della crisi dell’azienda Berni di Gragnano Trebbiense ed alle notizie che rimbalzano è opportuno precisare alcuni concetti:


1) nel 2007 la Berni era sul punto del fallimento con conseguente chiusura totale dello stabilimento, frutto di anni di crisi aziendale che aveva progressivamente portato i marchi alla inesorabile dismissione da parte della GDO;

2) la scommessa di Copador, nella drammaticità del momento, era l’unica che potesse dare speranze di rinascita;

3) tutta la questione Berni, seguita passo per passo dalle istituzioni e dai sindacati, era comunque nelle mani della sezione fallimentare del Tribunale il quale in un primo tempo ha accolto la proposta di affitto d’azienda ed, in seguito, accettato la proposta di acquisto da parte di Copador (passaggi senz’altro condivisi dal sistema locale non vedendosi altre alternative); tutti gli accordi, le promesse e le intenzioni stanno quindi negli incartamenti del tribunale;

4) in tutti questi passaggi nessun genere di finanziamento, tanto più per ciò che concerne il servizio agricoltura della Provincia, sono stati concessi a Copador a fronte dell’acquisizione di Berni.

Da parte mia e della Provincia di Piacenza non vi è stata, come qualcuno cerca di accreditare, nessuna malafede o connivenza nei confronti di un progetto che oggi qualcuno definisce una….. “sordida manovra”, ma solo il sostegno, perché è questo il ruolo delle Istituzioni, ad un progetto aziendale, senza alternative, rischioso ma anche unico.

E’ per questo, anche in presenza di una crisi economica generalizzata che ha messo in crisi aziende locali ben più strutturate e solide di quanto non fosse la Berni due anni orsono, che unitamente agli auguri ai lavoratori, punto debole di ogni crisi aziendale, voglio unire i miei personali auguri anche a Fausto Gandolfi, alla Copador ed ai tanti suoi soci agricoltori piacentini che, con grande coraggio e tribolazioni tengono in piedi un economia agricola locale così complessa e difficile.

Mi pare proprio il caso di rimarcare come facile sia lo scagliarsi contro chi, a fronte di problemi e rischi, si adopera per il consolidamento di realtà aziendali delicate ed in crisi, a fronte di altre categorie imprenditoriali che stanno a guardare. Per questo mi sembra centrato l'appello al senso civile e sociale che l'amministrazione comunale di Gragnano ha voluto rivolgere, proprio per lo stabilimento della Berni, al sistema imprenditoriale piacentino.

Mario Spezia

24 maggio 2010

venerdì 30 aprile 2010

Patrizia Calza: “Il mio impegno ancor più determinato”

Testo completo del documento presentato da Patrizia Calza ed approvato il 29 aprile 2010 nel corso della assemblea di Area Democratica di Piacenza che la ha acclamata come Coordinatrice.

Testo integrale Documento

lunedì 12 aprile 2010

Considerazioni a commento elezioni regionali 2010

Le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale di quest’anno hanno rappresentato, per il Partito Democratico di Piacenza, diversamente da quanto accaduto nella restante gran parte del Paese, una occasione di crescita e di buoni risultati; l’aumento della percentuale 30,35% rispetto ai dati delle regionali 2005 (29,86%) delle europee 2009 (25,55%) delle provinciali 2009 (28,8 % se teniamo conto anche della lista Boiardi); il PD che ritorna ad essere il primo partito in città col 32,71% ed in provincia, come conseguenza di una bella campagna elettorale ricca di appuntamenti e di occasioni di confronto, vissuta e “combattuta” apertamente da tutti i nostri tre candidati e dai loro sostenitori.

E i risultati si sono visti: le preferenze espresse sui nostri tre candidati sono passati dalle 12.300 delle regionali 2005, agli attuali 16.300; un dato di assoluto rilievo se si tiene conto che alle ultime primarie per l’individuazione del segretario nazionale del PD a Piacenza avevano partecipato circa 14.000 persone (ancora più rilevante tenendo conto del fatto che in queste elezioni si è verificato un calo di votanti notevole rispetto al 2005, meno 21.393, ed anche i voti in valore assoluto del PD sono anch’essi calati, meno 2078).

Un buon risultato a Piacenza per il PD (a differenza di quello disastroso registrato nel resto del Paese) da ascriversi ad una serie di situazioni ad iniziare dalla completa partecipazione e coinvolgimento del partito, degli amministratori, degli iscritti; buon risultato che si è sostanziato a partire dalle “primariette” nei circoli per l’individuazione dei candidati (tre da scegliere dentro una rosa di sei indicata dalla direzione provinciale); della personale competitività dei tre candidati nonché del fatto che rappresentassero aree culturali e di opinione diverse (che ben configurano il Partito che stiamo cercando di costruire), il che ha consentito una competizione aperta e basata sulla ricerca di ogni voto disponibile – dentro e fuori il partito, dentro e fuori il nostro campo.

Questa campagna elettorale, attiva e vivace come non si vedeva in casa nostra da tempo, delinea con chiarezza, al di la delle tattiche e degli accordi di coalizione o di schieramento, quello che dobbiamo fare, quello che deve essere il nostro modo di comportarci ed agire, quello che deve essere il nostro partito.

Piacenza 2 aprile 2010

Mario Spezia

mercoledì 17 marzo 2010

Attualità di una proposta


In ricorrenza del rapimento dell'on. Aldo Moro (16 Marzo 1978) e dell'uccisione della scorta.

E' toccato sempre alla Democrazia Cristiana, tocca a noi necessariamente per la forza che rappresentiamo, di anticipare le soluzioni, di compiere gli atti più coraggiosi, di prendere il maggior peso delle situazioni difficili, di assumere tutta la nostra responsabilità…..” così si esprimeva l'on. Aldo Moro a Piacenza nel 1965 , e riferendosi allora alla nuova politica di centro-sinistra diceva: “E' stato un atto di coraggio sapersi distaccare in tempo da quello che in qualche modo sembrava ancora qualche cosa di sicuro e di stabile e non lo era più; non già in quel momento; non lo era più in una prospettiva che sarebbe maturata non a lontana scadenza”.
Un atto di coraggio che ha garantito per un lungo periodo (sono passati 45 anni da allora) lo sviluppo democratico e sociale del nostro paese; tempo durante il quale si sono potute superare prove decisive nei confronti anche del terrorismo armato e dei poteri occulti, volti alla distruzione del nostro sistema politico.
Aldo Moro, da statista vero, esprimeva la necessità più alta della politica, quella di “guardare avanti” e di non rinchiudersi in steccati che, se anche elettoralmente produttivi nel breve periodo, non avrebbero potuto portare, in futuro, risultati utili al nostro Paese ed alle nostre comunità.
Aldo Moro ha pagato con la vita questo coraggio e questa volontà di cambiamento.
Oggi fortunatamente alla classe politica non è richiesto un uguale sacrificio, ma almeno lo sforzo di “guardare avanti” nell'interesse del Paese, certamente  si. Da qui deve riprendere vigore soprattutto l'azione di chi, come noi del Partito Democratico, in quei valori , che affondano le radici nella Costituzione Repubblicana,  trae la propria linfa vitale.
Piacenza 16 marzo 2010  

Patrizia Calza

candidata per il Partito Democratico al Consiglio Regionale dell' Emilia-Romagna