Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
Ho una figlia, Margherita, e una grande passione: la politica, che per me significa lavorare per costruire il futuro della nostra comunità.
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giovedì 8 ottobre 2009

Il disastro di Messina e la “Cattiva Amministrazione”

Quello che è successo in questi ultimi giorni a Messina è l’ennesimo esempio della differenza che passa dalla Buona alla Cattiva amministrazione pubblica e della necessità di una politica che sappia riappropriarsi del proprio ruolo.

E questo appare chiaro e ovvio a tutti.

Quello che è molto meno ovvio (e che a partire da questo disastro dobbiamo allargare ad una riflessione più generale), è che l’esempio che ci viene dai nuovi detentori del consenso popolare, Lega in primis (o se volete MPA di Lombardo in meridione), è il richiamo non solo ad ascoltare la gente (il che mi pare necessario) ma proprio a realizzare ciò che la gente vuole (il lasciar fare, in definitiva, a chi vota per te, ciò che vuole).

E quindi assistiamo al ritorno del più becero clientelismo (che tanti disastri, anche in passato, ha portato ma che anche tanti consensi ha regalato e regala a chi lo esercita) a danno di un oculato esercizio della politica che deve si essere in grado di dare risposte alle necessità ed ai bisogni immediati ma, soprattutto, deve programmare ed indirizzare la crescita della società di domani .

Come tutto ciò si possa conciliare con la necessità di ricevere consensi, anche nell’immediato, è un bel problema; credo che la risposta stia nella indispensabile crescita culturale delle persone e dei cittadini e nella capacità di comunicare con la dovuta cura ed attenzione tutto ciò; qui sta la politica e la statura e la responsabilità di chi la vuole esercitare.

Al proposito mi sembra azzeccato il tema generale su cui Dario Franceschini sta incentrando la sua campagna elettorale; una nuova (ma anche antica, perché è sempre stato così) dimensione della politica quale traino della società (e non ruota di scorta); è questa la vera scommessa del Partito Democratico e del nostro Paese.


Piacenza 5 ottobre 2009


La classe di ferro

(pubblicato su www.margherita-pc.it)

mercoledì 23 settembre 2009

APPUNTI PER Il DIBATTITO POLITICO

Credo che la domanda iniziale che si deve porre chi ha intenzione di partecipare all’attività politica sia: il perché facciamo politica e cosa ci aspettiamo dalla politica.

Testo completo dell'intervento

Mario Spezia

mercoledì 16 settembre 2009

OPPORTUNITA’ ED OPPORTUNISMO

Mariangela Bastico, Senatrice della Repubblica e candidata per la mozione Franceschini alla segreteria regionale Emilia Romagna del Partito Democratico, nell’affrontare, nel corso dell’intervento alla Festa cittadina del PD piacentino, il tema della scuola ha fatto presente come una dirigente scolastica, consigliera comunale di Bologna del PD, avendo criticato l’operato del Ministero sui tagli apportati al personale per questo anno scolastico, sia stata ripresa dal direttore del Servizio scolastico regionale il quale, per questo atteggiamento, è stato elogiato dalla ministra Gelmini.

L’episodio mi ha riportato alla mente una nota che un mio zelante amico mi ha recentemente inviato e che si riferiva ad un regio decreto emanato il 28 agosto 1931 in base al quale i docenti delle università italiane avrebbero dovuto giurare di essere fedeli non solo alla monarchia, ma anche al regime fascista. In tutta Italia solo 14 docenti su oltre milleduecento rifiutarono di prestare il giuramento di fedeltà al fascismo perdendo così la cattedra. Essi furono:

* Ernesto Buonaiuti (storia del cristianesimo),
* Giuseppe Antonio Borgese (estetica)
* Aldo Capitini (filosofia)
* Mario Carrara (antropologia criminale)
* Antonio De Viti De Marco (scienza delle finanze)
* Gaetano De Sanctis (storia antica)
* Giorgio Errera (chimica)
* Giorgio Levi Della Vida (lingue semitiche)
* Piero Martinetti (filosofia)
* Fabio Luzzatto (diritto civile)
* Bartolo Nigrisoli (chirurgia)
* Errico Presutti (diritto amministrativo)
* Francesco Ruffini (diritto ecclesiastico)
* Edoardo Ruffini Avondo (storia del diritto)
* Lionello Venturi (storia dell'arte)
* Vito Volterra (fisica matematica)

Molti degli accademici vicini al comunismo aderirono invece al giuramento seguendo il consiglio di Togliatti, con la giustificazione che prestare giuramento servisse a svolgere, come dichiarò Concetto Marchesi "un'opera estremamente utile per il partito e per la causa dell'antifascismo". Analogamente la maggior parte dei cattolici, su suggerimento del Papa Pio XI prestò giuramento con riserva interiore. Invece Benedetto Croce incoraggiò professori come Guido Calogero e Luigi Einaudi a rimanere all'università, "per continuare il filo dell'insegnamento secondo l'idea di libertà". Nel 1938, con la promulgazione delle Leggi razziali, perdettero il posto i professori di origine ebraica.

Non viviamo più quei tempi, la società di oggi si è di molto evoluta, la democrazia è un fatto assodato ed acquisito: si dice!

Sarà anche così (qualche riserva su quanto sta avvenendo nel nostro paese è legittima) ma l’attenzione ai principi della democrazia e della libertà non è mai troppa; come non è mai troppo né fuori luogo il richiamo, in politica come nella vita quotidiana, alle scelte giuste anche se coraggiose e difficili, indipendentemente da quello che, in quel momento, si ritiene la scelta necessaria ma che, molte volte, oltre a rappresentare esclusivamente una scelta opportunistica si può anche rilevare, a medio periodo, perdente e dolorosa.

Piacenza 2 settembre 2009

La classe di ferro