Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
Ho una figlia, Margherita, e una grande passione: la politica, che per me significa lavorare per costruire il futuro della nostra comunità.
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giovedì 21 luglio 2011

In ricordo dell'amico e cooperatore Cesare Barbieri

Testo della commemorazione che ho tenuto nella Chiesa parrocchiale di Chiavenna Landi (Cortemaggiore) il 1 giugno 2011 al termine delle esequie di Cesare Barbieri; amico, cooperatore convinto ed esempio di vita.



- A Laura
- A Mariangela

Ho conosciuto Cesare Barbieri circa 25 anni fa, verso la fine del 1987 quando, all’interno dell’Unione Provinciale delle Cooperative di Piacenza si stava avviando un profondo processo di cambiamento che andava trasformando quella che fino a quel momento era stata soprattutto un’organizzazione di cooperative agricole, in un’organizzazione plurisettoriale con il progressivo consolidarsi delle cooperative sociali, di quelle di abitazione e di quelle dei servizi alle imprese.

Erano quelli tempi nei quali si contrapponeva una visione, diciamo, conservatrice con una più innovativa.; ciò provocava, pur nello scarso potere che si rappresentava, inevitabili scontri.

La componente maggiormente rappresentata e rappresentativa era quella dei caseifici sociali (allora mi sembra di ricordare ve ne fossero 24) che intendeva continuare a proseguire come prima, governando l’associazione ed il centro servizi ad essa collegata.

Proprio in quei frangenti ho incominciato a conoscere Cesare Barbieri; Cesare presiedeva da circa 10 anni il caseificio Casa Nuova ed era membro significativo del gruppo dei presidenti lattiero-caseari; ma, a differenza di molti altri, nel momento dello scontro duro, dimostrò quelle virtù che poi, in tutti questi anni, in molti abbiamo, sempre di più, apprezzato.

Cesare scelse di stare sulla strada maestra, di non deviare, di mantenere la barra diritta senza lasciarsi tentare dalle sirene che lo invitavano a rimanere ancorato al passato e scelse di mantenere una forte presenza, personale e della sua cooperativa, nelle nuove strutture associative che si andavano delineando.

Ciò fu determinante nel permettere, soprattutto al centro servizi Unioncoop di rimanere in piedi e di crescere pian piano negli anni fino a divenire, oggi, il punto di riferimento più importante e significativo del nostro territorio, per le cooperative e per l’intero movimento cooperativo.

Dei 24 caseifici sociali di allora, oltre al Casa Nuova, ne sono rimasti ben pochi e proprio quella decisione che Cesare prese allora sta a dimostrare quanta lungimiranza e concretezza vi fosse in quell’uomo che oltre a credere e rispettare le persone non aveva timore delle nuove sfide.

Cesare era un uomo buono e generoso che racchiudeva in se sia il buon senso ed il realismo dell’agricoltore che l’imprenditorialità e la voglia continua di migliorarsi del cooperatore avveduto.

Cesare ha sempre creduto, da cattolico convinto, nella comunità quale luogo di massima espressione della persona umana e per questo è sempre stato un convinto sostenitore del sistema cooperativo e dell’associazionismo quale elemento di reale crescita e sviluppo sociale.

In tutte le varie cariche a cui è stato chiamato, ha sempre dimostrato, oltre alla capacità ed all’onestà più rigorosa, quella cordialità e quel bel modo di fare tipico delle persone che, in modo intelligente, si sanno confrontare con tutti.

Il carattere semplice e aperto lo hanno fatto benvolere da tutti, come anche la disponibilità e l’altruismo che ha sempre dimostrato; per tutte queste sue doti i soci del suo caseificio sociale, pur contro il suo volere, con un gesto veramente meritevole di elogio lo hanno recentemente rieletto alla presidenza dimostrandogli, nel momento della malattia, una stima ed un rispetto ineguagliabili e donandogli, ne sono sicuro, una gioia immensa che Cesare avrà saputo trattenere con quel suo fare sempre un po’ riservato e schivo.

L’Alfieri citava in un sonetto: “Uom si tu grande o vil? Muori e il saprai”.

Caro Cesare noi non abbiamo avuto bisogno di aspettare il tuo passaggio alla vita eterna per scoprire quanto sei stato grande ed importante per noi e quanto la tua vita terrena sia stata utile per gli altri; lo sapevamo già; come lo sapevano i tuoi amici dell’Unione Cooperative, della Coldiretti, del tuo carissimo caseificio e tutta la tua famiglia che hai sempre amato senza limiti.

Grazie Cesare di quello che hai fatto e dell’esempio che ci hai dato, il tuo ricordo e le tue azioni rimarranno per sempre impresse nella nostra mente e nel nostro cuore.


Chiesa di Chiavenna Landi, 1 giugno 2011

Mario Spezia

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