Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
Ho una figlia, Margherita, e una grande passione: la politica, che per me significa lavorare per costruire il futuro della nostra comunità.
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lunedì 18 maggio 2009

Intervista a Mario Spezia: "Il nostro impegno per un’agricoltura imprenditoriale: azioni strutturali per incontrare il mercato"

Riportiamo una intervista di Mario Spezia al giornale "Mondo Rurale Piacentino" (maggio 2009)

D. Assessore, gli aiuti – a livello comunitario – riservati al settore agricolo stanno cambiando;
quali sono le strategie migliori per muoversi con successo in questo mutato quadro generale?
R. «Con la nuova PAC il prezzo dei prodotti agricoli non gode più di un sostegno diretto e la stessa protezione accordata dai sussidi all’esportazione e dai limiti all’accesso al mercato è destinata a ridursi drasticamente.
Il prezzo è sempre più portato pertanto a dipendere in misura determinante dal mercato; un mercato nel quale i nostri agricoltori operano troppo spesso in situazioni caratterizzate da una forte debolezza strutturale ed in assenza di servizi adeguati.
Per ovviare a questo stato di cose, non solo la teoria economica ma, fatto certamente più importante, la stessa esperienza di ogni agricoltura sviluppata – da quella nord americana a quella centro e nord europea – insegnano che per i produttori agricoli vi sono due strategie, per altro non mutuamente esclusive, in grado di conferire un effettivo vantaggio: da un lato cessare di vendere individualmente i propri prodotti per concentrare, all’opposto, la loro offerta e, dall’altro, puntare sulla differenziazione o la focalizzazione di nicchia».

D. Alla luce di queste considerazioni qual è la risposta dell’Assessorato?
R. «Qualunque sia la strategia competitiva, è necessario avviare reali e concreti progetti di filiera oramai indispensabili, alla luce del fatto che la creazione di valore tende ad essere progressivamente più alta negli stadi della catena dell’offerta (più vicini al consumatore) e che nella commercializzazione dei prodotti agro-alimentari i servizi post-vendita prestati al cliente divengono fattore di vantaggio competitivo; inoltre, si permetterebbe contestualmente al consumatore di acquistare prodotti a prezzi favorevoli.
In pratica il progetto di filiera (“corto” o “lungo”) è oggi lo strumento più efficace ed efficiente per realizzare un più diretto rapporto tra i produttori agricoli ed i consumatori finali raggiungendo così un vero e proprio “patto” con i consumatori stessi.

D. Quali i punti di forza e debolezza delle zone montane?
R. «In montagna la sopravvivenza dell’impresa agricola è il vero punto di ripartenza per un’azione territoriale che, prima di tutto, ha bisogno di presidio costante e quindi di residenzialità. Ma proprio in quelle zone abbiamo visto come le azioni di sostegno economico finalizzate alla pura sussistenza non siano più in grado di produrre effetti positivi.
È in montagna dove maggiormente si può riscontrare l’inefficacia delle misure e degli stanziamenti degli ultimi 20 anni rispetto ai risultati ottenuti.
Quindi non si pone solo un problema di finanziamenti ma risulta evidente la necessità di azioni strutturali mirate al sostegno di concreti e fattibili progetti di sviluppo che devono essere concertati alla luce dell’esperienza fino ad oggi maturata e non delle suggestioni o dei luoghi comuni».

D. Come possiamo definire la vostra filosofia, in poche parole?
R. «Desideriamo dare vita e forma ad un’agricoltura moderna, in grado di andare incontro alle tendenze del mercato, vero fattore di guadagno per le imprese. Il nostro obiettivo è quello di mettere sempre più a punto il sistema dei servizi; in questi anni abbiamo cercato di organizzare i produttorie a tal proposito sono nate numerose associazioni di prodotti.
Il futuro dell’agricoltura che stiamo creando promette di essere rigoglioso e ricco di prospettive interessanti. Sappiamo inoltre che in periodi di crisi economica, come quello attuale, il settore agricolo è quello che più resiste.
La nostra agricoltura in particolare ha subito il decremento minore rispetto al resto d’Italia: la nostra zona non a caso è, dal punto di vista agricolo, una delle più importanti del sud Europa; vantiamo parecchi punti di forza, quali diversificazione colturale e vicinanza a una grande metropoli come Milano; fattori che rendono unico e forte il nostro territorio anche dal punto di vista del turismo di prossimità».

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