Anche a Piacenza lo scorso 27 gennaio si è commemorato il Giorno della Memoria con la cerimonia istituzionale che onora le vittime della Shoah. Nel Giardino della Memoria, in Stradone Farnese, sono intervenuti il prefetto Paolo Ponta, la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi e la presidente della Provincia Monica Patelli, con un momento di preghiera affidato al Vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto.
Durante la cerimonia le onorificenze consegnate dal prefetto agli eredi di due internati militari
«Quando ero piccolo, di notte mio papà urlava. Chiedevo a mia mamma cosa fosse: “È il campo” mi rispondeva. Ha sofferto molto». Oggi Giampaolo Cergnul è un uomo: si fa accompagnare dalla figlia Eleonora a ricevere la medaglia d’onore concessa in memoria del papà Emilio dal presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto. Emilio era un militare: è stato deportato in Germania dal 9 settembre 1943 al 13 agosto 1945 e internato nel campo di concentramento di Buchenwald.
Anche Luigi Trabucchi era un soldato: venne preso subito dopo l’armistizio e deportato per lavorare nell’Acciaieria Regione Ruhr: tornò a casa il 14 settembre 1945. «Arrivò a casa distrutto – spiega il figlio Gabriele che ha ricevuto la medaglia consegnata in memoria del padre dai sindaci di Besenzone e Pontenure, Carlo Filiberti e Giuseppe Carini – suo fratello lo riconobbe dalla voce: le conseguenze se le è portate dietro per tutta la vita ».
Giampaolo e Luigi hanno ricevuto le medaglie per i loro padri, nel giardino della memoria dello Stradone Farnese che ha ospitato an-che quest’anno la cerimonia del 27 Gennaio: a consegnarle, insieme ai primi cittadini, è stato il prefetto Paolo Ponta. Proprio lui ha definito i due uomini «Giusti – richiamandosi al concetto di “giusto tra le nazioni” – che hanno fatto una scelta pericolosa facendo prevalere la propria coscienza, rifiutandosi di aderire alla Repubblica Sociale. Lo scorso anno avevo richiamato l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023: oggi da Gaza giungono segnali di pace, ma non può venire meno la nostra attenzione verso ogni rigurgito di antisemitismo e di razzismo».
A fargli eco la presidente della Provincia Monica Patelli e la sindaca Katia Tarasconi: «il fluire del tempo, anche se è inevitabile, non ci esonera dal ricordare: ci esorta, al contrario, ad essere ancora più responsabili e più uniti nel riflettere su errori e orrori del passato, per evitare che si ripetano» sottolinea la prima.
«La memoria può essere il faro più potente a denunciare le ingiustizie – ha sottolineato la prima cittadina di Piacenza – è la memoria che rende inaccettabile la violenza dell’antisemitismo e degli insulti inqualificabili rivolti alla senatrice Liliana Segre, o la viltà dei vandalismi che nei giorni scorsi hanno violato, a Piacenza, la sacralità di uno spazio come quello dedicato ai nostri Caduti».
«Quando ero piccolo, di notte mio papà urlava. Chiedevo a mia mamma cosa fosse: “È il campo” mi rispondeva. Ha sofferto molto». Oggi Giampaolo Cergnul è un uomo: si fa accompagnare dalla figlia Eleonora a ricevere la medaglia d’onore concessa in memoria del papà Emilio dal presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto. Emilio era un militare: è stato deportato in Germania dal 9 settembre 1943 al 13 agosto 1945 e internato nel campo di concentramento di Buchenwald.
Anche Luigi Trabucchi era un soldato: venne preso subito dopo l’armistizio e deportato per lavorare nell’Acciaieria Regione Ruhr: tornò a casa il 14 settembre 1945. «Arrivò a casa distrutto – spiega il figlio Gabriele che ha ricevuto la medaglia consegnata in memoria del padre dai sindaci di Besenzone e Pontenure, Carlo Filiberti e Giuseppe Carini – suo fratello lo riconobbe dalla voce: le conseguenze se le è portate dietro per tutta la vita ».
Giampaolo e Luigi hanno ricevuto le medaglie per i loro padri, nel giardino della memoria dello Stradone Farnese che ha ospitato an-che quest’anno la cerimonia del 27 Gennaio: a consegnarle, insieme ai primi cittadini, è stato il prefetto Paolo Ponta. Proprio lui ha definito i due uomini «Giusti – richiamandosi al concetto di “giusto tra le nazioni” – che hanno fatto una scelta pericolosa facendo prevalere la propria coscienza, rifiutandosi di aderire alla Repubblica Sociale. Lo scorso anno avevo richiamato l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023: oggi da Gaza giungono segnali di pace, ma non può venire meno la nostra attenzione verso ogni rigurgito di antisemitismo e di razzismo».
A fargli eco la presidente della Provincia Monica Patelli e la sindaca Katia Tarasconi: «il fluire del tempo, anche se è inevitabile, non ci esonera dal ricordare: ci esorta, al contrario, ad essere ancora più responsabili e più uniti nel riflettere su errori e orrori del passato, per evitare che si ripetano» sottolinea la prima.
«La memoria può essere il faro più potente a denunciare le ingiustizie – ha sottolineato la prima cittadina di Piacenza – è la memoria che rende inaccettabile la violenza dell’antisemitismo e degli insulti inqualificabili rivolti alla senatrice Liliana Segre, o la viltà dei vandalismi che nei giorni scorsi hanno violato, a Piacenza, la sacralità di uno spazio come quello dedicato ai nostri Caduti».
Alla cerimonia hanno preso parte autorità civili e militari di ogni ordine e grado nonchè le associazioni tra cui la locale delegazione ANPC con la bandiera.
da sin: Paola Gazzolo, presidente Consiglio copmunale di Piacenza, Giuseppe Ardizzi, alfiere ANPC Piacenza, Monica Patelli, presidente Provincia di Piacenza, Mario Spezia, presidente ANPC Piacenza, Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza, Marco Bergonzi, presidente ACER Piacenza, Rodolfo Bonvini, presidente ANFCDG Piacenza, Serena Groppelli, assessore alle politiche ambientali, partecipazione e identità territoriale di Piacenza.
Foto a cura di Fabio Salotti, consigliere provinciale ANPC.
Mario Spezia
presidente provinciale
presidente provinciale
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