Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
Ho una figlia, Margherita, e una grande passione: la politica, che per me significa lavorare per costruire il futuro della nostra comunità.
Vai al curriculum completo


mercoledì 12 febbraio 2025

La vita di don Giuseppe Borea: fedeltà, coraggio e determinazione

 A cura di ANPC Piacenza, dell' ANPI provinciale e della sezione di Piacenza città, del comitato spontaneo che si è costituito per ricordarne la figura, in collaborazione con la Diocesi di Piacenza-Bobbio, a 80 anni dalla tragica uccisione di don Giuseppe Borea, l’8 febbraio, la comunità locale si è riunita nel cimitero urbano di Piacenza per ricordare il suo sacrificio e il suo impegno per la giustizia come anche quello di tutti i martiri della Libertà che durante la Resistenza sono stati fucilati presso le mura del cimitero urbano; a cominciare dal Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Alberto Araldi, comandante Paolo, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria;

La celebrazione è stata presieduta da don Giuseppe Basini, vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, che ha guidato una intensa e significativa liturgia nella cappella del Cimitero. Numerosi rappresentanti delle associazioni di partigiani, reduci della guerra, sindaci e autorità locali, hanno partecipato all'evento, testimoniando la gratitudine e il rispetto per il coraggio e la dedizione di don Borea.







Nelle foto, la messa in commemorazione di don Giuseppe Borea alla presenza del vicario generale don Giuseppe Basini.



“Desideriamo ricordare don Giuseppe Borea - ha esordito don Basini - nell’anniversario della sua uccisione avvenuta il 9 febbraio del 1945 e con lui tutti i martiri della libertà che durante il periodo della Resistenza sono stati fucilati contro le mura del cimitero urbano… Sono trascorsi 80 anni, vogliamo benedire il Signore per il dono della loro vita. Molti sono i sacerdoti, religiosi, religiose e laici perseguitati e uccisi perché ritenuti un inciampo per i regimi totalitari di varie matrici ideologiche. La loro testimonianza deve essere per tutti noi stimolo a fare della nostra via un’opera di bene”.
Le parole di don Basini poi si sono focalizzate sui tre lineamenti che hanno caratterizzato l'esistenza di don Giuseppe Borea: fedeltà, coraggio e determinazione. Sottolineando l'importanza della fedeltà a Dio, al Vangelo e all'uomo, don Basini ha spiegato che questa si misura nel dare la vita per qualcuno anziché per un'idea astratta, sottolineando così che l'amore richiede disponibilità a pagare anche il prezzo più alto, compreso quello della propria esistenza.
“Ascoltare, sognare e agire”: sono stati i tre verbi proposti dal vicario generale per guidare il cammino di ogni cristiano. “Il primo passo - sintetizziamo le parole di don Basini - è l'ascolto del passato, dell'esperienza dei testimoni che ci hanno preceduto, e dell'appello di chi soffre oggi. Non possiamo restare indifferenti, dobbiamo esporre la nostra vita e non solo imporla agli altri. Inoltre, è importante ascoltare anche la voce interiore che a volte soffochiamo con paura e calcoli. Il secondo verbo è sognare, riprendere il coraggio di immaginare un mondo diverso, non rassegnandosi al presente, ma credendo che sia possibile un cambiamento. Infine, il terzo verbo è agire, mettere in pratica i nostri sogni e le nostre convinzioni, generando cultura e lavorando per un mondo più giusto e umano”.
Nel corso della celebrazione, oltre a don Giuseppe Borea sono stati accomunati nella preghiera gli altri 16 martiri della libertà fucilati, durante la Resistenza, alle mura del cimitero urbano di Piacenza:
- Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Alberto Araldi, comandante Paolo, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria;
- Barabaschi Carlo;
- Piergiorgi Andrea;
- Zurla Artemio;
- Repetti Stevani Luigia;
- Lazzetti Giovanni;
- Borotti Alfredoi;
- Comozzai Fabio;
- Dellariva Gino;
- Fava Girolamo;
- Fiorani Adelmo;
- Manfroni Francesco;
- Manfroni Luigi;
- Martucci Fulvio;
- Merlini Armando;
- Zanon Armando.

Al termine della celebrazione eucaristica, un momento di grande commozione si è vissuto quando i partecipanti si sono recati, nonostante una pioggiarellina insistente, alla tomba di don Borea, collocata nella cappella del Pio ritiro Cerati, portando con sé una corona di alloro come segno di onore e devozione per il defunto.


La presenza unita e partecipe delle varie associazioni e delle autorità locali ha reso ancora più significativa questa giornata di commemorazione, sottolineando l'importanza di mantenere viva la memoria dei protagonisti che hanno dato la propria vita per difendere i valori di libertà e giustizia; in queste parole si sono riconosciuti, ribadendole, tutti i gli intervenuti per un saluto:il vice Prefetto, Attilio Ubaldi, l'assessora Nicoletta Corvi in rappresentanza del Comune di Piacenza, il vice sindaco di Rivergaro, Gabriele Scagnelli, la sindaca di Travo, Roberta Valla e il consigliere regionale Lodovico Albasi.
Erano altresì presenti: il luogotenente Giorgio Carugati, in rappresentanza del comando provinciale dell'Arma dei Carabinieri, Marilena Massarini dell'Associazione Nastro Azzuro, decorati al valor militare, Marco Bergonzi, presidente ACER Piacenza, Giorgio Braghieri, presidente Opera Pia Alberoni, i consiglieri comunali di Piacenza: Salvatore Scafuto e Tiziana Albasi, Giampietro Comolli, presidente del Comitato culturale storico dedicato a Giuseppe Verdi.
La delegazione ANPC Piacenza era completata da Enzo Caprioli, Piergiorgio Poisetti, Silvio Bisotti, Gabriella Tinti, da Giuseppe Ardizzi con bandiera e Fabio Salotti che con Giuseppe Mazzadi effttuano i servizi fotografici.
L'orazione ufficiale è stata tenuta da Giulia Piroli, presidente ANPI sezione Piacenza città, che ha voluto ricordare gli avvenimenti che hanno portato alla fucilazione dei 17 martiri, nonchè le gesta della loro vita di resistenti.




Gli interventi sono stati coordinati e presentati da Mario Spezia, presidente ANPC Piacenza, il quale ha voluto sottolineare:"... come il modo migliore per ricordare i caduti per la libertà sia quello, non solo di rammentarne i valori e gli ideali, ma di perpetrarli facendone motivo di vita per ognuno di noi. Ricordando che i momenti bui derivanti dai soprusi e dalle ingiustizie sono sempre dietro l'angolo, derivanti dall'incessante desiderio dell'uomo di prevalere sull'altro, e se, i nostri padri, all'indomani della guerra, hanno cercato in tutti imodi di rimuovere le condizioni che hanno dato vita alla guerra, in primo luogo le divisioni e incomprensioni tra i vari Paesi e Stati, cercando di costruire l'Europa unita tanto da consentire 80 anni di pace e benessere, noi tutti abbiamo la necessità di fare la nostra parte per mantenere queste condizioni, in una fase storica in cui pare che i nazionalismi e i populismi stiano riprendendo forza...".
In conclusione l'intervento di Giuseppe Borea, nipote di don Giuseppe, che ha voluto ricordare l'oramai decennale impegno del gruppo di amici che si è dato il compito di mantenere viva la figura e le gesta del sacerdote, auspicando la prossima apertura della fase diocesana del processo di beatificazione, lo scorso anno proposto da ANPC al Vescovo.

Successivamente i convenuti si sono portati accanto alla lapide che ricorda i 17 fucilati per un ultimo momento di raccoglimento.





    Mario Spezia
presidente provinciale

Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Piacenza
(eretto in Ente Morale il 16 aprile 1948)

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.