Sono nato a Salsomaggiore Terme (Parma) nel 1955 e risiedo a Piacenza. Sono sposato dal 1978 con Graziella.
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giovedì 24 aprile 2025

La partecipazione alla Lotta di Liberazione degli avvocati piacentini

 La partecipazione alla Lotta di Liberazione degli avvocati piacentini ricordato in tribunale il 24 aprile

«È sempre utile ricordare chi ha combattuto per la libertà» ha detto ieri il presidente dell’Ordine degli avvocati piacentini, Franco Livera. «Ed è giusto ricordare che è nel Dna degli avvocati la difesa dei diritti. Nelle autocrazie, e peggio ancora nelle dittature le cose non vanno bene per la nostra categoria: basti pensare che a Istanbul abbiamo molti colleghi in carcere, o che in Israele è stato eliminato il ruolo degli avvocati all’interno della Corte Suprema». Questo è un passaggio dell’intervento pronunciato dal presidente Livera ieri mattina, davanti alla targa dedicata agli avvocati piacentini – o attivi nel Piacentino – che hanno lottato nella guerra di liberazione tra il 1944 e il 1945. Alcuni di loro hanno perso la vita in quel conflitto, e una lapide, affissa a una parete del tribunale, ne custodisce la memoria. «Alcuni di questi avvocati, come Vittorio Minoja e Fausto Cossu, ebbero un ruolo importante nell’immediato dopoguerra» ha ricordato Mario Spezia, nel suo discorso il presidente dell’associazione nazionale partigiani cristiani - basti pensare che ricoprirono, rispettivamente, i ruoli di prefetto e questore di Piacenza». 


«Nelle nostre ricerche, dedicate all’enciclopedia della Resistenza piacentina pubblicata online - ha aggiunto Romano Repetti, presidente provinciale dell’associazione nazionale partigiani - abbiamo rilevato che il maggior numero di aderenti alla Resistenza erano operai, studenti e laureati. Tra questi ultimi, il numero degli avvocati era particolarmente elevato».

Un mazzo di fiori per commemorare gli avvocati che hanno combattuto nella guerra di Liberazione. Si è rinnovata per il secondo anno di fila l’iniziativa dell’Associazione nazionale partigiani cristiani (ANPC) di Piacenza insieme all’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI) provinciale e all’Ordine degli avvocati di Piacenza, presso la lapide che si trova all’interno del Tribunale di Piacenza. La commemorazione, che ha visto la partecipazione delle associazioni partigiane e delle autorità, si è tenuta nella mattinata di giovedì 24 aprile.

“Ogni anno, in occasione del 25 aprile, le associazioni partigiane depongono fiori vicino ai cippi in città e in provincia. E così, dall’anno scorso, abbiamo deciso di posare un fiore presso la lapide a ricordo degli avvocati piacentini che hanno rappresentato un gruppo di attività molto forte legato al sistema della Resistenza”, ha detto il presidente dell’Anpc di Piacenza, Mario Spezia. “Nel dopoguerra – ha ricordato – quando il Comitato di liberazione nazionale ha determinato le cariche provvisorie, l’avvocato Minoja è diventato prefetto di Piacenza e l’avvocato Cossu questore di Piacenza: questo per evidenziare il ruolo che avevano questi personaggi così importanti”.

La lapide, posata il 2 giugno 2016, nel 70esimo anniversario della Repubblica Italiana, da ANPC, ANPI, Comune di Piacenza, Tribunale di Piacenza, Ordine degli avvocati, recita così: “Chi sale queste scale chiedendo giustizia rallenti il passo e rivolga un grato pensiero agli avvocati partigiani piacentini che combatterono, alcuni anche al prezzo del supremo sacrificio, per restituire all’Italia Libertà e Giustizia: Giuseppe Arata, Antonio Bellotti, Wladimiro Bersani, Vincenzo Cairo, Raffaele Cantù, Carlo Cerri, Fausto Cossu, Francesco Daveri, Carlo Felice Dodici, Luigi Donati, Alessandro Generali, Gaetano Grandi, Ettore Granelli, Metrodoro Lanza, Ludovico Martini, Vittorio Minoja, Giuseppe Panni, Felice Trabacchi”.

“Credo si debba ringraziare, oltre alle associazioni partigiane – ha detto Franco Livera, presidente dell’Ordine degli avvocati di Piacenza – il collega e amico Umberto Fantigrossi per aver posato questo ricordo e per la volontà di rinnovarlo. È sempre importante, soprattutto quando parliamo di ricordi che hanno degli addentellati sulle nostre libertà e sui nostri diritti. Non credo sia un caso che l’avvocatura, a Piacenza in modo particolare, abbia avuto questo ruolo nella Resistenza, perché la difesa dei diritti è in qualche modo nel dna dell’avvocatura“. Livera ha poi ricordato la condizione attuale degli avvocati turchi, privati – nel caso di Istanbul – del proprio ordine professionale a causa di una decisione del governo. E poi il “paradosso del destino di Israele”, con la proposta di eliminare l’avvocatura dal ruolo rivestito nella Corte Suprema.

Il presidente dell’Anpi provinciale Romano Repetti ha parlato del lavoro che si sta compiendo per l’anagrafe dei partigiani, sottolineando la statistica per attività professionale. “Le due categorie sociali più più rappresentative, percentualmente rispetto al numero dei componenti, sono gli operai da una parte e i laureati dall’altra. E fra i laureati, gli avvocati”. Il consigliere comunale Salvatore Scafuto ha rappresentato il Comune di Piacenza: “In questo territorio ci furono persone, in questo caso avvocati, partigiani piacentini, che combatterono a tutti i costi, anche al prezzo del sacrificio per restituire all’Italia la libertà e quindi la giustizia”, ha ricordato. Ha partecipato in qualità di avvocato – ci ha tenuto a precisare per “giustificare” l’assenza della fascia – la sindaca di Gragnano Trebbiense e consigliera provinciale Patrizia Calza. “Fino a qualche anno fa esercitavo questa professione – ha detto – e quindi ho preferito, in questo luogo, partecipare proprio come avvocato. Chi esercita questa professione, così spesso oggetto di critiche, nei momenti difficili come tutti quelli legati a un periodo di abolizione dei diritti e delle libertà fondamentali, è stato sempre in prima linea. Sono persone che ci hanno dimostrato quanto sia importante la tutela della legalità”.



Commemorazione delle Associazioni partigiane (ANPC e ANPI) e dell'ordine professionale davanti alla lapide del tribunale di Piacenza

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